mercoledì 13 febbraio 2008

morale della perversione

...Guillaume Apollinaire lo chiamò "lo spirito più libero che sia mai esistito"...Donatien Alphonse François de Sade, meglio noto coll'epiteto di Marchese de Sade, è stata una voce fuori dal coro, che anticipò di qualcosa come 150 anni la corrente filosofica dell'esistenzialismo, sviluppatasi nella prima metà del XX secolo e storicamente influenzata dagli orrori della prima grande guerra. Essa ha riflettuto sulla problematicità del senso della vita, in particolare in relazione al nichilismo, sui limiti e le possibilità della libertà individuale, e trova il suo punto focale nella domanda: "che cos'è l'essere?" che dominerà il pensiero dei principali filosofi del periodo...Heidegger, Sartre, e igli scrittori Kafka, Dostoevskij ed Camus. Tutta gente 'leggermente geniale'...che ebbe come precursori nel '900 niente meno che figure di 'esistenzialisti in retrospettiva' quali Michel de Montaigne, Arthur Schopenhauer, Søren Kierkegaard, Max Stirner, Ralph Waldo Emerson e Friedrich Nietzsche. E de Sade...era veramente una mente...'particolare'...forse malata, certamente viziosa, sicuramente geniale...scrittore e aristocratico francese di Parigi, ispirò con tutte le ragioni il sadismo ma fu anke probabilmente il più brillante tra gli esponenti dell'ala più estremista dell'Illuminismo radicale. Disse di sè: « Sì, sono un libertino, lo riconosco: ho concepito tutto ciò che si può concepire in questo ambito, ma non ho certamente fatto tutto ciò che ho concepito e non lo farò certamente mai.Sono un libertino, ma non sono un criminale né un assassino. » ...chi ha letto qualcuna delle sue opere credo capisca in modo lampante a cosa e quanto facesse riferimento...è una lettura disturbante...che può prendere in modo maniacale...è una mente complessa, un'immaginazione intricata ma che vuole disvelarsi senza falsi quanto insulsi pudori...e be'...è qualcosa ke non ti lascia indifferente...Le opere contengono descrizioni esplicite di stupri e di diverse perversioni sessuali, l'uso della violenza spesso pare oltre i confini del possibile. Grandissimo, radicale ateo, odiava la chiesa con sussigente indifferenza...proclamava il rigetto di tutte le regole etiche e morali, essendo il piacere il principio più alto...diceva che "tutti i principi morali universali sono oziose fantasie"...e che la religione non è altro che lo strumento del più forte per soggiogare l'ignoranza del debole. "dio santifica le tue catene"...mentre io ti inculo a destra e a manca...questo credeva...e credeva anche nella natura,mater omnium res..."Non c'è dio, la Natura è sufficiente a se stessa; in nessuna guisa ha essa bisogno d'un autore." aveva ferma convizione nella necessità dell'autosufficienza e nell'ineluttabilità dell'istinto dell'autoconservazione prima di tutto, un po' cm l'homo homini lupus di Hobbes...per questo visse attraverso tutte le vicende storiche di Parigi anche se imprigionato per lo più...comunque attivo ma moderato...un moderatismo ke quasi lo portò alla ghigliottina ma che gli permise una vita assolutamente prona ai suoi desideri...anche alla sua pazzia...l'amante dodicenne e poi il manicomio...sostenere il piacere oltre tutto...e vivere il piacere come tutto...sapendo che è la legge della natura, il procreare...per perpetuare la vita: "Le passioni dell'uomo sono soltanto i mezzi di cui la natura si serve per conseguire i suoi scopi."... e ancora: "Il vostro corpo è la chiesa dove la Natura chiede di essere riverita."...della Natura inevitabile padrona della nostra esistenza però de Sade nn aveva paura, affatto; il rispetto è totale, la dedizione assoluta...era degli uomini, e delle donne, che lui aveva timore...e a ragione...tanti oppositori, una matrigna 'inquisitrice del sant'uffizio..."Per l'uomo non c'è altro inferno che la stupidità o la malvagità dei suoi simili."...l'ignoranza del suo figlio primogenito che fece bruciare tutti i suoi manoscritti non pubblicata, è per me la malvagità d'esser privata dell'immensa opera in più volumi Les Journees de Florbelle, data alle fiamme pochi gg dopo il delirium mortis del marchese.

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